Lo chef Daniele Pescatore
trova casa alla corte dell’amico e corregionale Romualdo Rizzuti, a Gavinana: in attesa di sviluppi sul suo futuro al Grand Hotel Villa Medici, a pranzo lo chef dà sfogo al suo spirito partenopeo con un degno contraltare alle pizze del “folle” Romualdo
Ci sono amicizie che, al pari di certi amori, “fanno dei giri immensi e poi ritornano” (op. cit.). Una di queste, mutatis mutandis, è quella che lega i campani Daniele Pescatore e Romualdo Rizzuti. Il primo, ufficialmente la sera di stanza al Grand Hotel Villa Medici, da qualche tempo a pranzo ha trovato casa – pardon, fornelli – dal secondo. A Gavinana, dove la scorsa estate Romualdo ha inaugurato le sue “Follie”, adesso ai primi e alle sfiziosità di stampo partenopeo ci pensa Daniele Pescatore.
Le abbiamo assaggiate, passando da un’amuse bouche di pasta – al dente, come vuole la tradizione – moscardini, patate e scaglie di provolone (in alto) a un antipasto mutato dal ricco patrimonio del fritto napoletano, le crocché di patate e la mozzarella in carrozza (in basso). Due piatti che già segnano un cambio di passo rispetto all’offerta extra-pizza che di solito si affianca a Marinare e Margherite. Pur tenendo la pizza come core business, insomma, in via Erbosa c’è materiale in abbondanza anche per soddisfare chi non ama questa specialità patrimonio Unesco.
Il menù griffato Daniele Pescatore delle Follie di Romualdo riserva poi a pranzo un’insalata tiepida di mare con cozze, vongole, gamberetti e totani ognuno cotto singolarmente al vapore e poi assemblati insieme su un letto di purè e finocchio. Coerentemente con la cucina di Pescatore, che fa della materia prima sic et sempliciter la sua cifra distintiva, è un piatto dove il pescato viene lavorato il meno possibile, rispettandone quindi le caratteristiche naturali.
E veniamo al piatto forte, non fosse altro che per Daniele Pescatore è una scommessa sicura: gli gnocchi alle vongole con una zuppetta di mare. Accostamento non così usuale per il formato di pasta, è vero, ma in fondo qual è il valore aggiunto di uno chef se non quello di far dialogare nello stesso piatto elementi che magari fino a quel momento erano stati poco amalgamati? Valore aggiunto sono le dimensioni, piuttosto generose.
Una curiosità della pizzeria-ristorante del duo Romualdo & Pescatore sta nel menù: oltre alla grande lavagna all’ingresso del locale di Gavinana, infatti, la carta che arriva al tavolo dei commensali ricorda molto i “tariffari” che venivano affissi nelle case di tolleranza di inizio Novecento. Non a caso, resta la dicitura “prestazioni della casa”, e nessun dubbio che queste si limitino a pizze e sfizi leciti. Scorrendone le voci, ecco le pizze (più il Gateau di patate e tartufo), i primi e il resto, fino alle salviette e sapone offerte dalla casa (di tolleranza?).
Daniele Pescatore e Romualdo Rizzuti si erano ritrovati sul mercato più o meno nello stesso periodo, l’anno scorso, e diversi rumors cittadini li volevano prossimi a qualche iniziativa gastronomica insieme. Ma in affari, così come in cucina, i tempi sono importanti: ci sono voluti mesi, ma alla fine i due amici ce l’hanno fatta. Per ora solo a pranzo. Ma certe amicizie – dicevamo in apertura – si misurano sulla qualità, non sulla quantità.
—> articolo a cura di Marco Gemelli – il forchettiere – https://www.ilforchettiere.it/daniele-pescatore-pranzo-romualdo-rizzuti/